di Andrea L.
Un primo passo necessario per avvicinarsi al mondo dei giovani e per capire i giovani, è sforzarsi di conoscere il loro modo di esprimersi, il loro “slang”. Il linguaggio giovanile è sempre esistito, ma si tratta di una varietà che cambia in fretta, nel giro di pochi anni, perché viene utilizzata da adolescenti e tardo adolescenti nel parlato.
Molti termini derivano dal mondo angloamericano, dal rap, da internet e dal mondo informatico in generale; molti hanno origine anche dagli slogan giornalistici/pubblicitari e dai social media, vi presento le espressioni più frequenti:
-Ghostare: significa sparire nel nulla, non farsi piu’ vedere(es: stavo chattando con il mio bro, è non mi ha risposto.)(Stavo al compleanno di un mio amico e mentre giocavamo a nascondino, è scomparso nel nulla). Dall’inglese ghost= fantasma.
– Fra/Bro/Zio: frequentissimi intercalari che non hanno niente a che vedere con gli “antichi” e tradizionali rapporti di parentela. “Fra” (fratello), “Bro” (brother) e “Zio” si usano semplicemente per rivolgersi a un amico.
-Boomer: è il termine che i nati dopo il 2000 utilizzano per schernire le persone della generazione precedente (cioè i nati tra gli anni ’70 e ’80). Quando oggi una persona di età compresa tra i 35 e i 50 anni inizia a fare un discorso critico sui giovani, ad esempio “Quando ero giovane, si leggeva di più e non c’erano i cellulari”, la risposta più probabile che riceverà da un adolescente non sarà lunga…si limiterà semplicemente a due parole: Ok boomer!
-Sciallo: Sciallo/Chill: tranquillo, rilassato. Da cui anche l’esclamazione “scialla” per dire “va bene, stai calmo”.
– Cringe: una situazione (o un’esperienza) imbarazzante, spiacevole. Dal verbo inglese to cringe, che significa letteralmente rannicchiarsi, sprofondare, rabbrividire.
– Non flexare: Evitare di vantarsi, non darsi delle arie. Dal verbo inglese to flex, che significa mostrare, ostentare. Se sentite dire “Non flexare per il tuo drip”, è un invito a non vantarsi del proprio stile di abbigliamento.
– Non cappare/keppare: significa “non mentire, non dire bugie, non fare scherzi”; dall’espressione inglese “no cap”, senza finzione.